questa sera...
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questa sera...
....guardavo la TV con gli amici e facendo zapping siamo capitati su un programma che parlava di disturbi ossessivo compulsivi, proprio come è anche il nostro.
I miei amici, che tutto sono fuorchè persone stupide o ignoranti, ridevano.
Questi siamo noi per gli altri? Fenomeni da baraccone? Malati su cui farsi due sane risate?
La mancanza di empatia mi nausea.
Sono incazzata nera.
I miei amici, che tutto sono fuorchè persone stupide o ignoranti, ridevano.
Questi siamo noi per gli altri? Fenomeni da baraccone? Malati su cui farsi due sane risate?
La mancanza di empatia mi nausea.
Sono incazzata nera.
BlackLily- Messaggi : 134
Data d'iscrizione : 31.03.13
Re: questa sera...
Aggiungo che mi sono sentita umiliata e mi sono vergognata, ma adesso, dopo un gran pianto, penso di non essere io a dovermi vergognare.
BlackLily- Messaggi : 134
Data d'iscrizione : 31.03.13
Re: questa sera...
Penso sia vero ciò che hai scritto in un altro post riguardo alla sensibilità, al fatto che stiamo male perché forse siamo più sensibili della norma, più riflessivi, e anche ciò che hai scritto in un altro ancora, riguardo alle altre donne, spesso crudeli e competitive senza ragione.
Una prima lettura che do alla cosa è questa: la gente tende a considerare le malattie psicologiche qualcosa da nascondere o da deridere, forse per una questione culturale, un retaggio dovuto all'ignoranza. Per questo motivo molti sminuiscono la depressione e non ammettono di avere bisogno dello psicologo quando hanno dei problemi, e non è facile convincerli che il cervello è un organo come un altro e può ammalarsi.
Poi c'è una lettura un po' più generica e antropologica che riguarda quella che tu chiami scarsa empatia nei confronti del prossimo ed è dovuta secondo me all'individualismo dilagante a cui la nostra civiltà vuole abituarci. Non riusciamo a immedesimarci in chi sta male perché non ci sporchiamo a sufficienza le mani nella sofferenza, tendiamo ad allontanare l'idea della nostra finitudine, della morte, della malattia, della povertà. Bisognerebbe invece stare a contatto con realtà come la disabilità, la vecchiaia, l'estrema indigenza per capire cosa c'è oltre il nostro piccolo orticello di falsa perfezione. Le persone migliori che ho conosciuto sono quelle che hanno sofferto e che quindi sanno distinguere ciò che è futile da ciò che è essenziale, oppure quelle che hanno viaggiato e sperimentato tante diverse realtà, e che quindi hanno meno schemi e sanno relativizzare meglio le situazioni. Ma ora sto divagando.
Comunque, entro un certo limite è normale stupirsi di fronte a programmi tipo quello che va in onda su Real Time, che credo si chiami Io e le mie ossessioni. Ci sono manie davvero stranissime (mi è capitato di vedere gente che inghiotte peli di gatto o si fa ogni giorno clisteri al caffè o si fa pungere quotidianamente dalle api), ma nonostante la singolarità delle patologie, avevo pena per quelle persone, non mi è mai venuto da ridere. Forse i tuoi amici non hanno mai toccato il baratro perciò gli sembra così assurdo e deridono chi sta male.
Se il nostro disturbo è ancora tanto oscuro e sconosciuto è proprio perché ci vergogniamo a condividerlo con gli altri per timore di essere derisi come fenomeni da baraccone. Se fosse una patologia di qualsiasi altro tipo, chissà forse oggi sarebbe già stato trovato un rimedio.
Una prima lettura che do alla cosa è questa: la gente tende a considerare le malattie psicologiche qualcosa da nascondere o da deridere, forse per una questione culturale, un retaggio dovuto all'ignoranza. Per questo motivo molti sminuiscono la depressione e non ammettono di avere bisogno dello psicologo quando hanno dei problemi, e non è facile convincerli che il cervello è un organo come un altro e può ammalarsi.
Poi c'è una lettura un po' più generica e antropologica che riguarda quella che tu chiami scarsa empatia nei confronti del prossimo ed è dovuta secondo me all'individualismo dilagante a cui la nostra civiltà vuole abituarci. Non riusciamo a immedesimarci in chi sta male perché non ci sporchiamo a sufficienza le mani nella sofferenza, tendiamo ad allontanare l'idea della nostra finitudine, della morte, della malattia, della povertà. Bisognerebbe invece stare a contatto con realtà come la disabilità, la vecchiaia, l'estrema indigenza per capire cosa c'è oltre il nostro piccolo orticello di falsa perfezione. Le persone migliori che ho conosciuto sono quelle che hanno sofferto e che quindi sanno distinguere ciò che è futile da ciò che è essenziale, oppure quelle che hanno viaggiato e sperimentato tante diverse realtà, e che quindi hanno meno schemi e sanno relativizzare meglio le situazioni. Ma ora sto divagando.
Comunque, entro un certo limite è normale stupirsi di fronte a programmi tipo quello che va in onda su Real Time, che credo si chiami Io e le mie ossessioni. Ci sono manie davvero stranissime (mi è capitato di vedere gente che inghiotte peli di gatto o si fa ogni giorno clisteri al caffè o si fa pungere quotidianamente dalle api), ma nonostante la singolarità delle patologie, avevo pena per quelle persone, non mi è mai venuto da ridere. Forse i tuoi amici non hanno mai toccato il baratro perciò gli sembra così assurdo e deridono chi sta male.
Se il nostro disturbo è ancora tanto oscuro e sconosciuto è proprio perché ci vergogniamo a condividerlo con gli altri per timore di essere derisi come fenomeni da baraccone. Se fosse una patologia di qualsiasi altro tipo, chissà forse oggi sarebbe già stato trovato un rimedio.
Re: questa sera...
Concordo su tutto con Grazia. Io mi stupisco quotidianamente dell'ignoranza che c'è in giro sulle malattie psicologiche. Ti dico solo che a casa di una mia amica, la sua famiglia mi parlava di questo cugino che soffre pesantemente di depressione. Raccontavano con un misto di derisione e di pena che non esce mai di casa e sta tutto il giorno a letto, che loro gli urlano di alzarsi per invogliarlo ad uscire (certo, il metodo migliore -.-), che non ha nessun amico e che piange sempre. E ridacchiavano e dicevano che "ci vuole lo psichiatra con lui perché è un caso perso". Ho provato i tuoi stessi sentimenti di rabbia e tristezza, mi veniva da piangere, perché anche se non ai livelli di questo ragazzo, ho passato varie volte periodi in cui stavo sempre a letto. E non solo devi stare male, ma devi anche subire il disprezzo e il fastidio del resto del mondo.
E' una società malata la nostra, dove la minima differenza è sempre motivo di scherno e battutine, se non sei un pecorone omologato alla massa c'è qualcosa che non va in te. Da sempre la gente mi dice che sono strana, perché se sei del sud e sei atea, ascolti la musica punk rock, sei un po' nerd, non hai nessun interesse a farti i selfie da mettere su facebook, sei riservata e odi la socialità a tutti i costi, ti guardano come un animale strano e ti prendono pure in giro. A me viene sempre in mente la canzone Englishman in New York di Sting che dice "It takes a man to suffer ignorance and smile, be yourself no matter what they say" e in generale tutto il testo fa riferimento ad un uomo che si sente alieno in una società che non comprende
E' una società malata la nostra, dove la minima differenza è sempre motivo di scherno e battutine, se non sei un pecorone omologato alla massa c'è qualcosa che non va in te. Da sempre la gente mi dice che sono strana, perché se sei del sud e sei atea, ascolti la musica punk rock, sei un po' nerd, non hai nessun interesse a farti i selfie da mettere su facebook, sei riservata e odi la socialità a tutti i costi, ti guardano come un animale strano e ti prendono pure in giro. A me viene sempre in mente la canzone Englishman in New York di Sting che dice "It takes a man to suffer ignorance and smile, be yourself no matter what they say" e in generale tutto il testo fa riferimento ad un uomo che si sente alieno in una società che non comprende
Nina3- Messaggi : 475
Data d'iscrizione : 15.08.12
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