suggestione o no?

L'altra notte ho fatto un sogno davvero toccante...che mi ha fatto molto riflettere.
Ho sognato mia nonna materna, che è morta quasi un anno fa: era una persona splendida e dolcissima (penso una delle più buone al mondo, che si è sacrificata per la famiglia). Ricordo chiaramente che nel sogno ci siamo abbracciate a lungo, se chiudo gli occhi riprovo le stesse emozioni, era così bello poterla sentire ancora! E mi ha detto, quasi pregato, di non deluderla.

Ripensandoci da sveglia, ho provato 2 emozioni contrastanti:
1- Felicità nell'averla ricordata e rivista, anche se solo in sogno, e per il calore del ricordo di quel lungo abbraccio
2- Ansia per le parole che mi ha detto: come starei rischiando di deluderla? A cosa devo fare attenzione?

In questo periodo stanno emergendo alla mia coscienza tanti pensieri, soprattutto riesco a focalizzare meglio molti aspetti che mi hanno portato ad avere certi atteggiamenti e problemi, come lo skin picking. Penso che il peggioramento che sto passando sia perchè mi trovo in una fase che sento cruciale, densa di decisioni da prendere (che riguardano lo stile di vita e il mio modo di affrontare le cose, più che altro), e forse temo di sbagliare o di non cogliere l'occasione per stare finalmente meglio...chissà.

ciao brigitte, anch'io in questo periodo mi sento molto sotto pressione perché si avvicina una fase di cambiamenti e di prove dure per me e temo di deludere gli altri. credo che il sogno su tua nonna riveli proprio questa tua ansia da prestazione. bisogna essere più indulgenti sui nostri errori e le cose che non riusciamo a fare bene, senza fustigarsi troppo. Io non ci riesco proprio però.

concordo assolutamente con G., anzi, intendevo giusto scrivere qualcosa di simile. Il tuo sogno, Brigitte, visto dall'esterno, cioè senza la carica emozionale che tua nonna riveste per te in quanto persona che ami e che ti ha amato, a me mostra il tuo super-ego che ti mette sull'attenti dall'interno, ma usando una forma molto ambigua, la figura di una persona che per te rappresenta l'opposto della severità. Io sto lavorando tanto in questo periodo sul senso del perfezionismo e sul modo in cui, pur dicendomi che è lui la causa del mio malessere, di fatto non faccio nulla per contrastarlo, anzi, persevero nella mania perfezionista qualunque cosa faccia, pensi o viva. Mi è capitato di leggere un saggio "The Feeling Good Handbook" molto interessante, nel quale peraltro si dice che, se fin da ragazzi, ostinati ad essere bravi e di riuscire, non ci accade mai di sbagliare e così di imparare dagli errori, va a finire che in età adulta si diventa vittime delle ossessioni e della paure. Proprio quello che è successo a me. Al liceo ho ottenuto quello che volevo, mi sono convinta che, a furia di "mettermi sotto", si riesce sempre nella vita, almeno così mostravano i voti e i commenti lusinghieri dei proff del liceo. Invece ora capisco che sarebbe stato infinitamente meglio per me a 16, 17 o 18 anni andare seriamente male in qualcosa e capire da subito che quello che conta è altrove, infinitamente altrove. A tutte le nuove iscritte adolescenti posso solo augurare di capire questo adesso e di salvarsi dalla spirale in cui sono precipitata io nel pieno dei vent'anni!
un abbraccio!

Grazie ragazze!

Avevo proprio bisogno di opinioni esterne di persone che capiscono benissimo quello che sto passando. Probabilmente è proprio così, sto pian piano cercando di cambiare, ma il mio inconscio fatica ad adattarsi alle mie nuove "regole"!
Anch'io alle superiori eccellevo nello studio e all'università mi è andata molto bene, anche se adesso vorrei aver vissuto di più tutti quegli anni in cui mi sono sacrificata per studiare; e se avevo tempo libero, me ne restavo in disparte per paura di affrontare la vita, con la scusa di non poter uscire per colpa dell'aspetto fisico (skin picking & co.)...
Avessi ora 20 anni...bè, non serve a niente pensarci, perchè non torneranno più quegli anni.
Ora che di anni ne ho 30, invece:
- dico quello che penso, nei dovuti modi, a chiunque la pensi in modo diverso dal mio
- mi ripeto ogni giorno che io sono io, non sono quello che gli altri vogliono che io sia, anche se sto ancora cercando di capire chi sono
- ed esco molto di più, anche con le mie escoriazioni e le mie croste: se la gente vuole guardare, guardi e se vuole chiedere avrò il piacere di spiegare che cos'ho!

ciao
un abbraccio a tutti
bri

PS: Ogni tanto è bello andare contro! Io e il mio ragazzo abbiamo portato a casa un altro cane da 2 settimane, contro l'opinione di mia madre (che però è già stata conquistata dal cucciolo) e dei miei suoceri, che proprio non capiscono la nostra passione per gli animali. Mi romperanno le scatole e faranno commenti davvero poco piacevoli, ma alla fine, quando torno a casa mia non li sento più: ragazze, fino a prova contraria, si vive una volta sola! (Peccato averlo capito solo ora, ma meglio tardi che mai!)

Mi consola sapere che non sono l'unica a fare certi pensieri. Ormai ci penso con una frequenza quasi giornaliera, penso al tempo sprecato sui libri, all'assurdo perfezionismo che mi ha tarpato le ali, alle occasioni perse, alla voglia di avere di nuovo vent'anni. È un pensiero che mi fa stare molto male, ma tant'è. Bisogna guardare avanti. Brava brigitte, io adoro i cani! Anche il mio ragazzo ne ha trovato uno da poco più di una settimana ma lo tiene in campagna dai suoi, perché è un bestione già da piccolo, e noi ancora non viviamo insieme, ma lo faremo fra pochi giorni! È un passo che aspettavamo da tempo, e adesso ho molta paura, anche perché nessuno di noi due ha un lavoro stabile, non so come andrà a finire, anche per il mio picking sotto stress! Elisa, non è mai troppo tardi per ricominciare, ci vorrà tanta fatica ma dobbiamo salvarci. Vi abbraccio.

La cosa che però mi dà più da pensare ultimamente non è tanto il mio aspetto - tutt'altro che nel suo stato migliore, arggh - quanto piuttosto il potere che le persone hanno su di me, in particolare mia madre: odio il suo sguardo indagatore, è una delle cose che piùmi fanno sentire intimorita e piena di vergogna, riesce ad azzerare in un nanosecondo ogni mia sicurezza...anche ora che convivo con il mio ragazzo.
Sicuramente quando (e non "se"!) avrò risolto anche questo problema, anche la mia pelle starà meglio.

Anyway,
un abbraccio
bri

La cosa che però mi dà più da pensare ultimamente non è tanto il mio aspetto - tutt'altro che nel suo stato migliore, arggh - quanto piuttosto il potere che le persone hanno su di me

centro! succede anche a me, anche se con i miei avviene in modi diversi e più ambigui, potenzialmente anche meno pericolosi, mentre con i genitori del mio ragazzo, con gli estranei (non chiunque, anche solo il medico o il compagno di uni, persone che stimi abbastanza da essere abbastanza ragionevole da tenere in considerazione) la mia capacità di essere plagiata è immensa. Stamattina è accaduto di nuovo in un differente contesto, ma, sarà che ho avuto una crisi violenta pochi giorni fa e mi sento ancora in quello stato convalescente-dolciastro di quanto cerchi di risalire da uno stato di prostrazione estrema; sarà che ho davvero collezionato innumerevoli casi di persone pronte a giudicarmi e a dirmi che sbaglio in quel che faccio, sarà tutte queste cose insieme o altro, non mi sono abbandonata al picking. Vorrei poter dire che, a mano a mano, attraverso tanta sofferenza auto-inflitta, quella che sono sta prendendo forma in me, ma non ne sono sicura ancora, ho paura di essere affrettata a di ricadere ancora. Però posso dire che sono contenta di essere una persona che preferisce ferire se stessa invece di giudicare e ferire gli altri. Forse di stima ne ho troppa poco verso di me, ma mi piace non averne così tanta come certa gente ridicola che aspetta di incontrare una come me per prendersi la propria rivincita sulla vita.

Questi discorsi mi hanno fatto venire in mente un pensiero che ho fatto qualche giorno fa, a proposito del giudizio degli altri (anch'io ne vengo immensamente condizionata). Sarà anche questa autosuggestione, ma vi sembra mai di notare, quando vi sentite particolarmente brutte per quanto riguarda la pelle, di vedere che gli altri vi trattano con un certo disprezzo, come se gli leggeste il disgusto negli occhi? Parlo di chiunque, dal negoziante, al dottore, all'insegnante. È tutto nella mia testa o forse è naturale che trapeli il disgusto per persone sensibili come noi che se ne accorgono?
È un po' folle, lo so.

no, G., non sei pazza, ma non credere alle tue impressioni. Le persone con cui parli non guardano la tua pelle per il semplice motivo che, mentre parli, sono interessate più a quello che dici che alla tua apparenza esteriore. La trappola in cui cadiamo (mi ci metto anch'io, perché combatto anch'io con questa suggestione) consiste nel credere che gli altri siano come noi: poiché noi consideriamo di noi stesse unicamente i nostri difetti e debolezze, allora siamo convinte che i segni della pelle debbano essere la sola cosa rilevante per un altro interlocutore. Ma voi, quando parlate alla gente, gli scannerizzate la pelle? Se la risposta è "No", non c'è motivo di preoccuparsi che gli altri facciano diversamente con noi; se la risposta è "sì", allora vi perdete moltissime possibilità di arricchimento e di empatia quando siete con gli altri. Insomma, dal mio punto di vista, il picking è dannoso soprattutto a livello sociale, ci riduce a delle larve, impedendoci di esprimere, muovere ed agire con spontaneità. Ma è precisamente questo che ci caratterizza e non le macchie sulla pelle!! Ora, io lo dico come fosse cosa fatta, non è che sia così facile, a volte distruggo serate o incontri per via dei miei complessi, ma proprio per questo ho capito dove sbaglio e le esperienze positive che, per fortuna ho fatto, mi hanno confermato che la verità è nelle parole che ho scritto. Bisogna essere sicure di noi, decise e consapevoli, con o senza macchie sulla pelle. Se ci chiudiamo in casa per la paura di essere giudicate, allora solo le perfette ed immacolate avrebbero il diritto di vivere? E chi soffre di gravi patologie, chi è sfregiato o deforme non ha il diritto di vivere e di godersi ogni possibilità lì fuori? Siamo tutti diversi e dobbiamo rivendicare la nostra differenza come la nostra identità. Se cerchiamo di camuffare o minimizzare la nostra differenza, significa che autorizziamo gli altri a manipolarci fino ad essere come qualcun altro vorrebbe che noi fossimo.

leggo per caso sul web e condivido qui perché mi sembra faccia da buona chiusa al pensiero che cercavo di esprimere:

“If you are a woman. If you are a Person of Colour. If you are gay, lesbian, bisexual, transgender, if you’re a person of size, if you’re a person of intelligence, if you’re a person of integrity, then you are considered a minority in this world. And it’s gonna be really hard to find messages of self-love, and support anywhere, especially women’s and gay men’s culture. It’s all about how you have to look a certain way or else you’re worthless. You know when you look in the mirror, and you think, ‘Ugh, I’m so fat, I’m so old, I’m so ugly’, don’t you know that’s not your authentic self, but that is billions upon billions of dollars of advertising, magazines, movies, billboards, all geared to make you feel shitty about yourself so that you will take your hard-earned money and spend it on some turnaround cream that doesn’t turnaround shit. When you don’t have self-esteem, you will hesitate before you do anything in your life. You will hesitate to go for the job you really wanna go for. You will hesitate to ask for a raise. You will hesitate to report a rape. You will hesitate to defend yourself when you are discriminated against because of your race, your sexuality, your size, your gender. You will hesitate to vote. You will hesitate to dream. For us to have self-esteem is truly an act of revolution. And our revolution is long-overdue.”

Margaret Cho

Bellissima citazione, tocca davvero il punto cruciale del nostro problema: l'autostima.
Me la stampo e la appendo in bagno e in camera.

ciao
bri