ACNE ESCORIATA
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DUE ARTICOLI ILLUMIMANTI!!!! RAGAZZE LEGGETE, LA VERITA' ERA (PROBABILMENTE) COSI SEMPLICE E SOTTO I NOSTRI OCCHI, PERO' AMMETTERLO ERA TROPPO DIFFICILE!

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Messaggio  elly Lun Feb 27, 2012 4:36 pm

ragazze sentite cosa dicono questi 2 siti!!!
1)A Grimilde: "Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?". Specchio: "Bella, tu sei bella oh mia Regina, ma attenta: al mondo una fanciulla c'è, vestita sol di stracci, poverina, ma ahimè, assai più bella è di te!". Cosa pensò Grimilde quando lo specchio le rispose che era bella ma non abbastanza? È una delle cose peggiori che una donna possa sentirsi dire. Ma guardatela: quasi 50 anni e ancora perfetta; fronte distesa, sopraciglia perfettamente tatuate, zigomi alti, labbra vermiglie e carnose a suon di botulino, nasino sottile e ciglia da fata. Se non ci fosse stata quella sciacquetta di Biancaneve che a quell'età poteva permettersi ancora un look acqua e sapone, tutti i suoi interventi alla Nip/Tuck non sarebbero stati vani. Altro che mela avvelenata, quella si meritava ben altro!

Bellezza ed estetica non sono solo icone del nostro tempo
Non dobbiamo considerare l'estetica, o meglio, il rincorrere la bellezza a tutti i costi come un frutto del nostro tempo. Cleopatra e Nefertiti usavano la kohl per creare quegli occhi allungati e seducenti che ci piacciono così tanto; le romane si sbiancavano la pelle e, se andiamo a curiosare in giro per il mondo, notiamo che ogni popolo ha un suo modo di rincorrere la bellezza: in occidente si va dal chirurgo estetico, i Maori si tatuano i famosi Moko intorno alle labbra, le donne Kayan imbrigliano il collo in grandi anelli di metallo e alcune popolazioni etiopi utilizzano come ornamento dischi labiali.

Claude Lévi-Strauss ha evidenziato come la necessità dell'uomo di essere bello sia talmente antica da non poter essere datata. Oscar Wilde, diventato famoso con quella storia di Dorian Gray, diceva che "Non vi è nulla di sano nel culto della bellezza. Esso è troppo stupendo per essere sano". E aveva ragione. Qui non stiamo parlando di semplici trucchi o un ritocchino al naso tanto per sistemare una gobbetta che proprio non ci va giù. Secondo me non c'è differenza tra una chirurgia estetica sfrenata, un corpo da body builder e un disco labiale che arriva fino a 10 cm di diametro: in tutti i casi la necessità di sentirsi belli, accettati in un gruppo, porta l'uomo a stravolgere in maniera perenne e drastica l'immagine di sé.

Bellezza ed estetica: quando diventano ossessione
C'è un notissimo monologo tratto da Tutto su mia madre di Pedro Almodovar che secondo me calza a pennello: "Agrado: Mi chiamano Agrado, perché per tutta la vita ho sempre cercato di rendere gradevole la vita degli altri. Oltre che gradevole sono molto autentica; guardate che corpo: tutto fatto su misura! Occhi a mandorla: ottantamila. Naso: duecento, buttate nell'immondizia perché l'anno dopo me l'hanno ridotto così con un'altra bastonata. Lo so che mi dà personalità, ma se l'avessi saputo, non me lo toccavo. Continuo. Tette: due perché non sono mica un mostro! Settanta ciascuna, ma le ho già super ammortizzate. Silicone in labbra, fronte, zigomi, fianchi e culo. Un litro sta sui centomila, perciò fate voi il conto perché io l'ho già perso. Limatura della mandibola: settantacinquemila; depilazione definitiva con il laser, perché le donne vengono dalle scimmie tanto quanto gli uomini: sessantamila a seduta, dipende da quanta barba una ha, normalmente da una a quattro sedute. Però se balli il flamenco ne servono di più, è chiaro. Bene, quello che stavo dicendo è che costa molto essere autentica, signora mia. E in questa cosa non si deve essere tirchi, perché una è tanto più autentica, quanto più somiglia all'idea che ha sognato di se stessa."

Semplicemente geniale. Agrado sovrappone un ideale di sé con un vissuto di autenticità. Per sentirsi autentici si è pronti a sottoporsi a mille interventi di chirurgia. Io ci andrei piano con questa affermazione. Pur riconoscendo alla chirurgia estetica un grande valore perché aiuta a risolvere problematiche gravi, ho visto come tanti volti si sono trasformati e non per effetto del tempo che passa ma per opera dell'amico bisturi. Ho visto donne belle diventare simili l'una all'altra nella loro artificiosità, modificando continuamente la propria immagine; continuamente cambiano agli occhi del mondo e di loro stesse.

Trasformare il proprio volto, quindi l'immagine con cui ci si presenta nel mondo, secondo me non ha niente a che fare con l'autenticità, piuttosto nasconde patologie e disagi ben più gravi: insoddisfazione, ricerca della perfezione, bisogno di piacere e di piacersi che non si ferma mai. Diventa una sorta di bulimia estetica: si corregge, si gonfia, si tira qui e là, sperando di mettere a tacere quel vuoto che c'è sotto e che ci rende insoddisfatti di noi stessi. Ma la soddisfazione non si raggiunge mai. È momentanea, è un'illusione: poi ricomincia. Si sposta un malessere dell'anima sul proprio corpo: è più facile addormentarsi e far lavorare un esperto, piuttosto che prendersi la responsabilità della propria vita e lavorare su di sé. Forse se si avesse il coraggio di ascoltarsi meglio, si potrebbe provare a percorrere strade alternative che portino ad essere veramente felici.

2)
La bellezza come ossessione: i giovani e la dismorfofobia


Psicologia - News generale del 02/12/2010

Il Corriere di oggi è ritornato sulla questione della dismorfofobia e della tendenza dei giovani a dare eccessiva importanza all’aspetto fisico, pena l’emarginazione/esclusione sociale.
La tesi è che l’aspetto conti così tanto da generare una malattia che colpisce sempre più ragazzi, che non riescono ad accettarsi per come sono in presenza di difetti reali o immaginari e divengono dismorfofobici: l’esordio del problema avviene mediamente fra i 10 e i 20 anni, perciò tutto quello che ruota attorno al Disturbo da Dimorfismo Corporeo riguarda in primis questa fascia d’età e quindi soggetti giovani e psicologicamente più fragili rispetto agli adulti.

Il fatto che l’aspetto conti non è però una novità: i brutti sono sempre stati in un modo o nell’altro emarginati o penalizzati, cosa che ha portato molti di loro a compensare un aspetto non gradevole valorizzando altre qualità e conseguendo non di rado risultati significativi nel lavoro e nella vita sociale.
A differenza che in passato oggi si sta diffondendo l’illusione di poter conquistare quello che una volta o c’era o non c’era: la bellezza/perfezione fisica. C’è sempre meno spazio per l’accettazione di sé stessi e l’investimento in altre qualità, e sempre più ricorso a trattamenti di vario genere per correggere il corpo, considerato un oggetto da manipolare in quanto strumento per raggiungere altri obiettivi.

La cultura del bello ha radici antiche (già gli antichi Greci legavano la bellezza del corpo a quella dell’anima) e influisce sulla vita delle persone come dimostra da tempo la Psicologia Sociale: i belli guadagnano di più, ricevono più spesso promozioni e le foto dei loro volti sottoposte a bambini di pochi mesi vengono fissate per più tempo (e quindi preferite) rispetto alle foto dei meno belli.
Perfino i professori di bell’aspetto influenzano positivamente la resa della classe!

E’ quindi innegabile che la bellezza influenzi la percezione che si ha di una persona, e che possa portare vantaggi a molti livelli: abituandosi ad essere trattati bene dagli altri fin da piccoli, i belli acquisiscono maggiore autostima e possono raggiungere buoni risultati grazie ad un atteggiamento sicuro, determinato e seduttivo.
Chi soffre di dismorfofobia e pensa di raggiungere la bellezza in maniera “artificiale” non può però contare su queste esperienze passate e si aspetta di rimediare con interventi esterni ad insicurezza, isolamento sociale e magari depressione, attribuendo la colpa delle proprie sventure solo all’aspetto fisico e andando incontro a grosse delusioni nel momento in cui il difetto (reale o presunto) viene corretto e nulla cambia nel rapporto con gli altri.
Da qui la probabile spinta a ricorrere ad altri interventi perché il primo non è stato “evidentemente” sufficiente.

I soggetti dismorfofobici possono non solo vedere difetti che non esistono o considerare inaccettabili difetti del tutto trascurabili, ma anche sviluppare una vera e propria dipendenza dagli interventi di medicina estetica: si tratta di una delle tante complicazioni del DDC, che provoca una percezione negativamente distorta del proprio corpo, o di parti di esso, e spesso conduce alla ricerca di una soluzione medica/chirurgica(che è una soluzione solo quando il difetto è reale e il malessere non nasce da altre cause).

Non parlo infatti delle persone che presentano oggettivamente difetti vistosi e nessun disturbo psicologico, ma di chi prova un grosso disagio nel non riuscire a raggiungere l’ideale (costruito anche socialmente) di una perfezione estetica che toglie spazio a tutto il resto, e sposta sempre più in là il proprio traguardo perché i supposti benefìci psicologici della chirurgia estetica non si realizzano quando il problema risiede altrove.

Il rapporto fra dismorfofobia e ricorso alla medicina estetica evidenzia che dietro a certe richieste di intervento si cela ben altro, ed è fondamentale che il medico stia attento a riconoscere potenziali clienti che presentano problematiche psicologiche, rifiuti di eseguire gli interventi e invii queste persone ad uno psicologo.
In quest’ambito si intrecciano dunque aspetti sociali (costruzione sociale della bellezza e pressioni esterne per il suo raggiungimento) e psicologici individuali (bassa autostima, insoddisfazione, disturbi psicologici veri e propri) che rendono più vulnerabili gli adolescenti, che stanno costruendo un’identità adulta e sono molto sensibili alle critiche, ai confronti e al rifiuto.
A partire da queste considerazioni il governo ha approvato un ddl per vietare la mastoplastica additiva alle minorenni, iniziativa che è stata ben accolta anche dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica: è importante che si ponga un freno alle richiesta d’intervento da parte di ragazzine che non hanno ancora un fisico definitivamente sviluppato, e che stanno spostando su di esso le cause di un malessere che spesso ha origini diverse.

Sarebbe importante regolamentare anche altri tipi d’intervento e inserire una visita psicologica nella prassi della valutazione del potenziale cliente.
Alcuni medici si avvalgono già della collaborazione di psicologi, ma, considerando la complessità della materia, sarebbe utile che chi richiede interventi di chirurgia estetica fosse sempre valutato da uno psicologo: in questo modo si potrebbe diagnosticare l’eventuale DDC e prevenire lo sviluppo di dipendenze e di altre complicazioni.

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Messaggio  Grazia Ven Mar 02, 2012 12:07 pm

A mio parere la responsabilità più grossa ce l'ha la TV. Diffonde standard irraggiungibili, solo per le donne però, che sono ridotte a manichini idioti e sono licenziate se non rispondono più a quegli standard. Ci plasma le menti senza che ce ne accorgiamo. Se non esistesse vivremmo tutti meglio. Guardate a questo proposito un breve documentario/reportage fatto da Lorella Zanardo che ci ha scritto anche un libro, si chiama Il corpo delle donne. A mio parere è interessantissimo e dovrebbero farlo vedere in tutte le scuole.

https://www.youtube.com/watch?v=EBcLjf4tD4E

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Messaggio  elly Dom Mar 04, 2012 6:36 pm

non ho parole....questo video è veritiero e duro al tempo stesso...se nn apri gli occhi , t costringe a farlo!
anzi, mi fa pensare a quante donne io consideravo belle e le ammiravo senza capire quanto fossero finte!
delle bambole di gomme! molte altre ragazze nn saranno così perfette, ma sono VERE!
anke se avevo fatto già da sola un pensiero d questo tipo, il video mi è stato maggiormente d'aiuto nel rifiuto di questa situazione e nell'incoraggiamento a credere in questi concetti!
quindi ragazze dobbiamo essere portatrici di questi valori, e nn farci schiacciare da credenze sbagliate trasmesse i TV! facciamoci forza e ribelliamoci Smile

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